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Cambiamento generazionale, progresso tecnologico e pandemia da Covid-19 hanno avuto un impatto significativo sul mondo del lavoro nel settore della logistica
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Millennials e Generazione Z sono più consapevoli del lavoro che vogliono fare in futuro, cercano compiti meno ripetitivi e un ambiente di lavoro più flessibile
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Entro il 2030 si stima che il 30-35% delle attività sarà automatizzato: cambieranno i ruoli, ma il lavoro resterà
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Covid 19 ha introdotto cambiamenti significativi e ha spinto molte aziende ad abbracciare nuovi metodi di lavoro e tecnologie di smart working: sei persone su dieci vorrebbero lavorare da remoto almeno una volta a settimana
Come sta cambiando il concetto di lavoro con l’avanzare della digitalizzazione, il cambio generazionale e la pandemia da Covid-19? DHL Global Forwarding, divisione del Gruppo Deutsche Post DHL specializzata nel trasporto merci aereo, marittimo e via rail su scala globale, mette in luce quanto emerso dall’ultimo Trend Radar sul futuro del lavoro. Il rapporto, appena pubblicato dal Gruppo, si intitola “Future of Work in Logistics” e si propone di analizzare quanto è cambiato il concetto di lavoro e quali direzioni prenderà nel prossimo decennio. Quali saranno i ruoli, le responsabilità, gli orari, gli strumenti e come cambierà l’ambiente di lavoro nell’industria logistica?
Le aziende dovranno mettere in atto nuove strategie per attrarre, formare, mantenere e motivare le persone nell’era digitale. Per trovare una soluzione, oltre 7.000 professionisti del settore della logistica e della supply chain hanno messo sul tavolo le opportunità e le sfide che devono affrontare negli anni a venire.
Il cambio generazionale: quali sono le nuove esigenze?
Dai Baby Boomers alla Generazione X, dai Millennials alla Generazione Z fino alla Generazione Alpha: i cambiamenti sociali hanno influenzato il modo in cui concepiamo il lavoro e i lavoratori di oggi stanno prendendo maggior consapevolezza delle condizioni in cui vorrebbero lavorare, delle loro abilità, delle aziende per cui vorrebbero lavorare, dei benefit che vorrebbero ricevere in cambio del loro tempo e della loro forza lavoro.
Ogni individuo ha il proprio set di preferenze e obiettivi da perseguire, ma è innegabile che questi siano influenzati dal periodo in cui sono diventati adulti: generazioni diverse hanno idee e valori diversi sul concetto di lavoro, e idee e valori diversi generano nuove necessità.
Per la prima volta nella storia, il numero dei nativi digitali ha iniziato a superare quello di chi ha iniziato la propria carriera professionale prima della nascita di internet. Millennials e Generazione Z stanno spingendo l’industria logistica – e non solo – a soddisfare nuovi bisogni su temi quali sostenibilità, diversità e inclusione, welfare aziendale e innovazioni tecnologiche all’avanguardia. Queste necessità hanno portato a grandi cambiamenti nel mondo della digitalizzazione, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale, e hanno portato a un impatto significativo sui posti di lavoro e sul modo di concepire il lavoro in interi settori di tutto il mondo.
Intelligenza artificiale, digitalizzazione e progresso tecnologico
Secondo l’ultimo studio del World Economic Forum il 29% dei compiti attuali sul luogo di lavoro viene eseguito dalle macchine e si prevede una crescita fino al 52% entro il 2025. Il progresso tecnologico è probabilmente il motore del cambiamento nell’industria logistica e i continui miglioramenti nel campo della digitalizzazione, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale stanno avendo un impatto significativo sui posti di lavoro e sui luoghi di lavoro in tutti settori e in tutto il mondo, influenzando nettamente gli attori coinvolti lungo la supply chain.
Oggi è possibile adottare tecnologie che fino a qualche anno fa erano considerate proibitive a causa dei loro costi, con lo sviluppo di sensori, batterie, comunicazioni wireless, archiviazione dei dati, potenza di calcolo e sistemi di approvvigionamento dei materiali. È grazie a questi progressi che i processi di automazione e digitalizzazione si sono sbloccati e sono stati resi accessibili per la supply chain, aprendo le porte a futuri sviluppi.
“Uno dei dati più interessanti che è emerso dal Trend Radar riguarda il futuro del lavoro nell’ottica uomo-macchina. Nove intervistati su dieci hanno dichiarato che la tecnologia è stata utile alla loro carriera, commenta Graziano Poletti, Head of Human Resources di DHL Global Forwarding Italy. “Questo dato rappresenta un’opportunità e una responsabilità per le aziende e i governi per agire rapidamente e in modo collaborativo per alleviare le preoccupazioni, fornendo strategie trasparenti in grado di guardare avanti e presentando casi di successo di ambienti di co-working uomo-macchina per aiutare le persone a entrare nella nuova era del lavoro con sicurezza e fiducia”.
Sebbene gli esperti non prevedano che l’industria logistica subisca un istantaneo e drammatico “flip of the switch” dal lavoro umano alla piena automazione, gli intervistati percepiscono un graduale cambiamento destinato ad avvenire nei prossimi trent’anni anni in cui più ruoli collaboreranno con la tecnologia piuttosto che competervi. Gli autori del Trend Report prevedono un’applicazione non uniforme e non omogenea delle tecnologie in tutto il mondo, con alcune nazioni e team di lavoro della supply chain che sperimenteranno cambiamenti più o meno lenti o piccoli rispetto ad altri.
“La digitalizzazione sta già cambiando profondamente il modo in cui viviamo e facciamo affari” continua Graziano Poletti, di DHL Global Forwarding Italy. “La pandemia ha semplicemente accelerato quanto le aziende avevano previsto. Stimiamo che entro il 2030 il 30-35% delle attività potrebbe essere automatizzato, ma crediamo fermamente che la maggior parte della creazione del valore sarà frutto delle persone. Non c’è dubbio che certe mansioni cambieranno, ma il lavoro resterà”.
L’effetto della pandemia sull’automazione e sulla digitalizzazione
Per milioni di persone la pandemia ha cambiato il modo di vivere e lavorare, probabilmente per sempre. Ha fornito la spinta a individui e organizzazioni per guardare sotto un’altra luce procedure e abitudini consolidate da tempo e considerare modi alternativi di lavorare: dal ripensare le responsabilità e l’uso degli strumenti digitali, fino al riconsiderare il significato e lo scopo di lavori specifici. Ha cambiato le abitudini di acquisto e conseguentemente aperto le porte a nuove opportunità: basti pensare a un recente studio di Facebook e Bain & Company che ha stimato 70 milioni di persone in più ad aver fatto acquisti online in sei Paesi del sud-est asiatico dall’inizio della pandemia.
Un’altra conseguenza della pandemia sulla forza lavoro riguarda il tanto discusso smart working. Oggi è diventato ancor più fondamentale capire le necessità delle persone per creare un ambiente di lavoro efficiente, stimolante e produttivo. Gli attori coinvolti lungo la supply chain devono mettere in atto nuove strategie per rendere il lavoro più flessibile e accessibile attraverso nuove politiche HR e l’introduzione di nuove tecnologie.
“Le competenze e i profili professionali sono destinati a cambiare continuamente nel corso del tempo, ma i dipendenti di DHL Global Forwarding Italy continueranno ad essere la nostra risorsa più importante” continua Graziano Poletti, Head of HR di DHL Global Forwarding Italy. “È ormai evidente che le nuove tecnologie e l’automazione avranno un impatto importante su molti processi manuali e ripetitivi della supply chain, ma hanno anche il potenziale per offrire opportunità di lavoro e prospettive di carriera più gratificanti. Con la giusta mentalità di leadership e i giusti investimenti, siamo sicuri che continueremo ad offrire il miglior posto di lavoro ora e in futuro”.
Leggi il report completo, “Future of Work in Logistics,” online.
La prima parte del Trend Report è ora disponibile per la lettura in un formato digitale ottimizzato per i dispositivi mobili.
Il report interattivo è disponibile a questo link: Future of Work Interactive Report | DHL | Global