Prima del 1956, nessuno studioso si era ancora avventurato in Africa per analizzare gli animali selvatici nel loro habitat: fu allora che una giovane zoologa canadese compì una ricerca pionieristica sul posto, sfidando un’istituzione, quella universitaria, che poi la boicottò. La storia di Anne Innis Dagg, raccontata nel film “The Woman Who Loves Giraffes”, si è aggiudicata il prestigioso Sonoma International Film Festival, ed è stata proiettata ieri, alla sua presenza, per la prima volta in Europa.
“Ho studiato le giraffe, e non le tigri o i leoni, perché sono animali apparentemente mansueti, ma molto forti, tenaci, fondamentali per l’habitat in cui vivono: proprio come me, e come tutte le donne devono essere coscienti di essere”. Così si è presentata, ieri sera, alla Premiere Europea del film sulla sua vita, Anne Innis Dagg, la zoologa che decise, a soli 23 anni, nel 1956, di compiere da sola un viaggio in Sud Africa per approfondire il comportamento delle giraffe, sfidando, con una ricerca pionieristica, le insormontabili barriere professionali poste, a quel tempo, a una donna che – sposata e con figli, perdipiù – volesse intraprendere una carriera accademica.
Quasi un cinquantennio dopo non esser stata confermata dall’Ateneo per cui lavorava, la University of Guelph – nonostante sia stata la prima ad aver studiato gli animali selvatici nel loro ambiente naturale e abbia pubblicato decine di studi ritenuti alla base della biologia comportamentale -, Anne Innis Dagg, oggi 86enne, ha ottenuto la sua personale rivincita come protagonista di “The Woman Who Loves Giraffes”, documentario scritto e diretto dalla connazionale Alison Reid, che si è aggiudicato, in California, la 22esima edizione del Sonoma International Film Festival (Jury Award – Best Documentary ed Audience Award – Best Documentary), roccaforte internazionale del cinema indipendente, incensata e frequentata, negli anni, tra gli altri, da Susan Sarandon, Robin Williams, Danny Glover e Bruce Willis.
Dopo la proiezione della pellicola, gli spettatori presenti alla Franklin University Switzerland di Lugano (Canton Ticino, Svizzera), che ha organizzato l’evento, hanno potuto rivolgere delle domande alla scienziata che precedette Jane Goodall e Dian Fossey, e che ancora oggi è considerata la massima autorità in tema di giraffe.
Dal colloquio con il pubblico, è altresì emersa la terribile situazione odierna non solo delle giraffe, la cui esistenza è fortemente messa in pericolo dalla modernità (dal bracconaggio agli incidenti con automobili), ma anche, per le stesse ragioni, delle tribù di uomini che vivono ancora, in modo tradizionale, nelle aree popolate da questi animali.
Anne Innis Dagg si è poi focalizzata sul ruolo delle donne nelle istituzioni e nel mondo professionale. “Nella mia vita – ha dichiarato -, ho studiato e al contempo ho sempre cercato di far valere i miei diritti. Consiglio alle bambine, alle ragazze e alle giovani donne di fare altrettanto, e di imparare anche a ritrattare le proprie tesi, nella vita, come farebbe un bravo scienziato nel suo lavoro, se scoprisse che queste non sono più valide. L’autorevolezza, infatti, è il miglior mezzo per dialogare alla pari con l’autorità, spesso appannaggio del genere maschile”.