In tutta Europa, come in Italia, la pandemia Covid-19 ha messo a dura prova le nostre società, causando serie difficoltà a persone e aziende e aumentando, allo stesso tempo, l’attenzione verso temi quali l‘impatto ambientale e la responsabilità dei singoli e delle imprese, come dei Governi riguardo la sostenibilità.

Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori di Aalto University[1] per stimare il potenziale di stoccaggio del carbonio dei nuovi edifici europei tra il 2020 e il 2040, pubblicato su Environmental Research Letters, se l’80% dei nuovi edifici residenziali in Europa fosse fatto in legno, gli edifici immagazzinerebbero 55 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno.

“Oggi più che mai è fondamentale riflettere sulla sostenibilità degli spazi in cui viviamo e lavoriamo – sottolinea Peter Rubner, presidente Gruppo Rubner – e su una scelta ecologica del modo in cui costruiamo. Il legno è un materiale da costruzione CO2 neutro molto leggero, il che significa che il consumo di energia per estrazione, lavorazione e trasporto è molto inferiore rispetto ai tradizionali materiali da costruzione ad alto tenore di carbonio. E, tra i materiali da costruzione, è l’unico in grado di immagazzinare carbonio. Non solo i boschi, ma anche le opere edili in legno possono contribuire alla riduzione nell’atmosfera di CO2, il principale gas responsabile dell’effetto serra che causa l’aumento della temperatura‘‘.

Nel solco di quel Green New Deal con cui la Commissione Europea punta a fare dell’Europa il primo continente climate-neutral entro il 2050, il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel discorso al Parlamento europeo dello scorso 16 settembre 2020, ha dichiarato: “Sappiamo che il settore delle costruzioni può essere trasformato da fonte di carbonio in serbatoio di carbonio se usiamo materiali costruttivi come il legno…”

Qualsiasi prodotto in legno, che si tratti di una casa, di un ponte o di una finestra, immagazzina il carbonio che l’albero di provenienza ha sottratto all’atmosfera. Si stima che ogni albero possa mediamente assorbire fino a 20 kg di CO2 all’anno. Questo carbonio rimane immagazzinato e quindi sottratto all’atmosfera, per tutto il ciclo di vita del prodotto in legno.

“Quando costruiamo in legno, siamo responsabili per il nostro futuro – continua Rubner – poichè il legno, unico materiale da costruzione in grado di ricrescere naturalmente, consente un’economia circolare che non produce rifiuti e protegge attivamente il clima.”


[1] Istituzione finlandese nata dalla fusione del Politecnico di Helsinki, della Scuola di Economia di Helsinki e della Università di Arte e Design di Helsinki