Rubner Haus realizza in Liguria una casa in legno che, come un taccuino di viaggio, racconta modi di vivere e di abitare il mondo nel pieno rispetto della natura
In Liguria, a pochi chilometri dal confine con la Toscana, la nuova casa firmata Rubner Haus è come un taccuino di viaggio sempre aperto dove la natura si racconta in dialogo con l’architettura. Progettata dal padrone di casa con il supporto di Silvia Curi ed edificata su un terreno pianeggiante nella pianura del Magra, ad appena tre chilometri dal centro di Sarzana, la casa si sviluppa intorno a un nucleo centrale in pietra ricostruita, più alto di circa un metro e mezzo rispetto ai corpi annessi e con un’inclinazione che dà respiro.
Qui è racchiuso l’open space che comprende il soggiorno e la cucina, con un bancone da pranzo e una dispensa contigua alla zona cottura, e da qui si dipartono gli altri spazi, tutti su un unico piano e tutti raggiungibili in pochi passi: l’area notte, con ambienti di dimensioni volutamente ridotte rispetto alla zona giorno, due bagni, lo studio, il locale tecnico con la lavanderia, e il portico – con un pergolato in legno trattato, impregnato e verniciato, anch’esso realizzato da Rubner – che è spazio amatissimo per il suo sguardo sul giardino di piante d’ogni luogo del mondo e sull’interno che le ampie vetrate inondano di luce. È una casa molto compatta che proprio per la sua razionalità lascia grande spazio ai suoi proprietari per esprimere le proprie passioni e il proprio bisogno di libertà.
L’architettura minimale semplifica e la praticità si combina con un’estetica essenziale, rigorosa ma creativa: per questo è stata scelta una copertura invisibile e ribassata rispetto alla linea perimetrale del tetto, scura come i pannelli solari, che si integrano senza mostrarsi. In ogni stagione le piante hanno un che di miracoloso: trasformano la casa in un luogo di bellezza e di vita che non si sciupa mai.
“Amo le piante e i fiori”, dice la proprietaria che cura il parco come un’artista le sue opere, “e dai nostri viaggi ho sempre portato talee e semi che sono riuscita a far germogliare nel mio terreno”. E così il giardino, punteggiato di piccoli spazi dove sostare sotto gli alberi in compagnia del cane Rocco e della gatta Lulù, e la poetica serra adiacente, pullulano di esemplari dall’Estremo Oriente, dall’Africa, dal Sudamerica. Le piante grasse nelle otto finestrelle quadrate che s’aprono nei pilastri del portico, e che di sera una luce illumina così da farle sembrare lampade esse stesse, sono il simbolo della casa. L’esuberante vitalità degli esterni entra ed esce liberamente dalla casa, il cui microclima resta perfetto in inverno e in estate.
Uno dei motivi per cui abbiamo scelto Rubner Haus”, spiegano i proprietari, “oltre alla loro professionalità, è che una casa Rubner è talmente ben coibentata che il risparmio energetico è impareggiabile: accendiamo il riscaldamento solo in pieno inverno, in un quarto d’ora la casa si scalda e il calore si mantiene a lungo. Siamo certi di aver fatto il migliore investimento della nostra vita”.
Gli ambienti interni sono un album dei ricordi e un inno all’irrequietezza del viaggiatore. Cartine geografiche, collezioni di pugnali arabi o della Cambogia, della Birmania e del Vietnam, cinture yemenite, madonne e icone religiose del Guatemala, dell’India, della Grecia, convivono in un sincretismo estetico con gli arredi in legno o ultramoderni delle stanze da letto e della sala principale. Qui si bada al dialogo e si privilegia l’immaginazione, il pensare liberi. E la luce. Perché l’incontro con questo luogo c’entra molto con quella particolare luminescenza che occupa il cielo e l’aria in certe giornate e di cui l’intuizione coglie il significato. “Mentre cercavamo il terreno giusto”, rivela la proprietà, “siamo capitati qui in una giornata chiara, luminosa: era primavera, i prati lo sapevano, e io ho ripensato subito a Mattina, la poesia che Ungaretti scrisse dal fronte, abbacinato dalla luce violenta e dall’orizzonte immenso che gli riempiva il petto come una speranza dinnanzi alla tragedia della guerra. Ho voluto incidere quei versi all’ingresso della nostra casa, per ricordarci della fiducia con cui sempre è bene guardare al futuro”. La luce è violenta e lo spazio intorno a noi, l’orizzonte davanti a noi, divampa e travolge. È la mattina, la rinascita. La luminosità e l’immensità si percepiscono in modo diverso.