Da quando l’avvento di Covid-19 ha cambiato il modo in cui le persone vivono, interagiscono e lavorano, creativi e artigiani hanno dovuto adattarsi a utilizzare nuove tecnologie per lavorare insieme a distanza, operando da uffici spesso improvvisati in casa. American Hardwood Export Council (AHEC), Benchmark Furniture e il Design Museum hanno lanciato una sfida affinché nove designers internazionali dessero vita alla loro personale visione di tavolo e seduta progettati su misura dei nuovi modi di vivere e lavorare da casa.
Dall’11 settembre all’ 11 Ottobre 2020 i pezzi sono stati esibiti al London Design Museum con una mostra svoltasi nell’atrio di ingresso del museo dove a fare da protagonista era proprio la “dialettica” di questa nuova forma di progettazione e relazione al contempo fisica – col materiale – e virtuale.
La sfida ha visto coinvolti nove designer internazionali – Ini Archibong (Svizzera), Maria Bruun (Danimarca), Jaime Hayon (Spagna), Heatherwick Studio (Inghilterra), Sebastian Herkner (Germania), Maria Jeglinska (Polonia), Sabine Marcelis (Olanda), Studiopepe (Italia) and Studio Swine (Inghilterra / Giappone) – che hanno lavorato ciascuno in coppia con un artigiano di Benchmark Furniture, nel Berkshire, per sviluppare una seduta e un tavolo da lavoro.


Tra i vari progetti, ispirato alle forme scultoree e all’architettura delle abbazie benedettine e da un bisogno di cercare l’essenza, acuito dal periodo di lockdown, Arco di Maria Jeglinska-Adamczewska utilizza solo una forma, una curva accentuata, ripetuta in orizzontale e in verticale a formare la seduta e il tavolo. Forme semplici per esaltare le quali è stato scelto il ciliegio americano con il suo colore caldo e le belle venature. In particolare, il tavolo, realizzato con assi accuratamente abbinate e lavorate a macchina, poggia su gambe dall’insolita forma a quarto di luna. La seduta è stata progettata per imitare le curve del corpo. Pur apparendo strutturalmente semplici, le scelte costruttive (come l’abbinamento del telaio) mostrano il grado di competenza nella produzione. I pannelli laterali della sedia sono imbarilati – una tecnica tratta dalla fabbricazione della botte.


Dalla viva voce della protagonista, la sua esperienza.
Come ha influito la pandemia sul tuo lavoro?
Il lockdown è iniziato il 12 marzo, data in cui ho spostato l’intero ufficio a casa mia e ho lavorato a distanza con il mio assistente via Skype o FaceTime. Non sono sicura che la pandemia abbia influito sul mio lavoro ma mi ha aperto gli occhi su come lavorare da casa e sulla qualità dello spazio in cui viviamo e lavoriamo. Mi ha anche ricordato che gli oggetti intorno a noi trasmettono un senso di comfort e benessere emotivo, hanno un senso di identità e comunicano agli altri chi sei veramente.


Cosa ne pensi di lavorare con strumenti come Zoom?
Le conversazioni come quelle che abbiamo avuto durante il percorso con Benchmark sono state fantastiche, ma non sostituiranno mai l’incontro fisico in cui si conoscono meglio le persone e le connessioni sono più forti. Quando si lavora con un’azienda per realizzare un prodotto, le relazioni e la fiducia sono davvero importanti. Ciò che è interessante vedere ora è il modo con cui le persone fanno meeting di lavoro da casa propria. Da questi incontri su Zoom si può capire come vivono le persone; io non ho ancora figli, ma se ne avessi, potrei immaginare quanto debba essere difficile in questo momento.


Cosa ha suscitato il tuo interesse per il progetto all’inizio?
Avevo visto quello che AHEC aveva realizzato negli anni al London Design Festival. Mi piaceva anche l’idea di collaborare con Benchmark, di lavorare con loro a livello tecnico per esplorare le potenzialità del legno avendo carta bianca. D’altra parte, non disporre di un quadro specifico che di solito il committente fornisce è un po’ disorientante. È un equilibrio diverso.


Cos’è che ami del legno?
È un materiale facilmente malleabile – con esso si può creare qualsiasi cosa, dalle case ai gioielli – e mi piace molto anche al tatto. In questo momento gran parte della nostra vita si è spostata online ma dobbiamo ancora essere in grado di toccare materiali reali.


Possiamo parlare del processo di creazione? Come affronti un progetto come questo?
Leggo molto. Lo chiamo il momento del riscaldamento. E poi faccio molto disegni – penso di aver già riempito tre libri di schizzi. A volte mi limito a ripetere più e più volte la stessa forma, non so perché. Potrebbe essere la strada giusta, ma potrebbe anche essere che voglia esorcizzare qualcosa. Infatti, dopo preparo sempre qualche bozzetto per vedere come stanno i pezzi nel loro insieme. Ho fortemente voluto che questo oggetto abbia una bella estetica, una sensazione scultorea.


E i legni? Come influenzano il tuo pensiero?
Stavo pensando di usare ciliegio americano e acero modificati termicamente combinandoli insieme ma amo il colore e la grana del ciliegio.


Come si colloca un progetto come questo nel tuo portfolio?
Nel corso degli anni ho lavorato su diverse scale, dalla cura delle mostre alla progettazione dei prodotti. Attualmente sto progettando più prodotti, ma il lavoro passa attraverso diverse fasi. Sono molto contenta perché ho sperimentato alcune prove di sedute, ma questa è solo la seconda che realizzo. In legno per giunta, materiale con cui volevo lavorare da tempo. Quindi, per me è un po’ un sogno che si realizza.


Da cosa pensi derivi il successo quando lavori a un progetto come questo?
È interessante perché questo progetto non è collegato a uno sbocco sul mercato, quindi il successo non è commisurato alle vendite. Questo è il bello. È semplicemente l’espressione dei nostri pensieri e delle nostre riflessioni su questi tempi.