Nella Valle Isarco, Rubner Haus firma un nuovo progetto di ampliamento di un edificio esistente
Vetrate, terrazze, balconi, estensioni ed estroversioni: sono queste le parole chiave dell’ultima architettura realizzata da Rubner Haus su progetto dell’architetto Stefano Peluso, nel cuore della zona residenziale di Bressanone, la città più antica del Tirolo. A conferire all’edificio l’aspetto attuale, l’ampliamento di una casa preesistente ultimata nel 2008, una delle prime ville della zona, costruita su tre piani. Obiettivo della proprietà predisporre due appartamenti per i figli e avere più spazio, più luce, più visuale in quello già abitato.
Era ben chiaro ai proprietari che la soluzione ideale sarebbe stata quella di costruire in legno, materiale leggero e versatile: una scelta sostenibile che, oltre a garantire un notevole risparmio di tempo e denaro, ha permesso di non pesare sul terreno, cosa molto importante data la particolare orografia. La casa, infatti, s’incunea in un pendio: gran parte dell’edificio si sviluppa sottoterra e ciò che resta visibile non ne è che una porzione.
Peluso appartiene a quella generazione di architetti profondamente influenzati dalle lezioni di Bernardo Secchi, il grande urbanista che teorizzò la “ville poreuse”, un’idea di “città porosa”, permeabile, diffusa, accessibile, che “restituisce il carattere di un territorio”, e dove l’architettura è somma di differenze. Ecco perché quando ha iniziato a lavorare al progetto, Stefano Peluso ha scelto di riprendere le geometrie esistenti senza modificare l’assetto dell’edificio ma inserendo elementi di novità quali i rivestimenti esterni in legno e il tetto piano, insolito per il territorio. E se diamo per assodato quel che diceva Secchi, che lo spazio aperto è il prodotto di una buona architettura, questa casa “estroversa”, dai volumi spinti rispetto alla tradizione, ne è un valido esempio.
“In questo caso – spiega Peluso – la tecnologia di Rubner Haus è stata applicata a un progetto d’intervento sul costruito, in linea con uno dei principi cardine della sostenibilità, ovvero l’ottimizzazione di quello che c’è già».
Grazie alle ampie vetrate, che permettono di volare lontanissimo con lo sguardo, e alle terrazze “strategiche”, di cui una corre su tre lati, la casa offre un panorama eccezionale da sud a nord. Al piano interrato si apre un giardino-terrazza di circa 150 mq, a cui si affiancano le due terrazze del primo piano, una rivolta a sud-est, l’altra a nord-ovest, rispettivamente di 15 e di 5 mq, e quella del secondo piano che s’allunga per ben 46 mq.
Anche le coperture in legno dei soffitti sono opera di Rubner Haus. Le terrazze sono schermate da listellature in legno che hanno lo scopo di fare da paravento ai raggi solari e agli sguardi delle abitazioni confinanti.
Gli appartamenti di 70 mq dei due piani realizzati in legno da Rubner Haus hanno una struttura identica, ciò che cambia è la disposizione degli ambienti: la parte posteriore è costituita dalle camere da letto – una padronale e una singola – e dai bagni, verso valle invece si estende la zona giorno con la cucina e il salotto, un ambiente che è quasi un unicum con l’esterno.
A differenza delle case che la circondano, l’architettura dell’intero edificio, caratterizzata com’è da pochi elementi decisivi come le listellature verticali e il colore delle facciate, è molto semplice e dotata di una personalità che si inserisce armoniosamente nel paesaggio circostante. E se diamo per assodato quel che diceva Secchi, che lo spazio aperto è il prodotto di una buona architettura, questa casa “estroversa”, dai volumi spinti rispetto alla tradizione, ne è un valido esempio.