Dietro la vittoria italiana ai campionati mondiali di canottaggio, un progetto di tecnologia e ricerca italiano finanziato a fondo perduto

Dopo 20 anni, il “4 senza” manovrato dagli azzurri Vicino-Lodo-Castaldo e Di Costanzo è tornato a vincere la medaglia d’oro al Campionato Mondiale di Aiguebelette e la Filippi Lido s’è conquistata con le sue imbarcazioni il 45% delle vittorie totali grazie a un progetto di innovazione degli scafi sviluppato in collaborazione con il MOX del Politecnico di Milano per la parte fluidodinamica e con l’Università di Ferrara per lo sviluppo dei materiali. Ammonta a 210mila euro il contributo a fondo perduto che il progetto si è aggiudicato dalla Regione Toscana, grazie al supporto di Warrant Group, società specializzata in consulenza finanziaria (agevolata e d’impresa), internazionalizzazione, trasferimento tecnologico e consulenza in ambito risorse umane, che lo ha presentato all’interno dello strumento DOCUP per accedere – tramite la Regione – ai fondi strutturali comunitari per la ricerca.

“Si tratta di una grande vittoria – racconta Fiorenzo Bellelli, Presidente di Warrant Group – che ha saputo trovare nei fondi europei gestiti dalla Regione il corretto propulsore economico per supportare quel saper fare italiano che, insieme alla nostra avanguardia nella ricerca, hanno fatto il resto! Ma riuscire a portare a casa contributi economici Ue, richiede impegno e determinazione: bisogna cominciare per tempo e affrontare le sfide con passione, la stessa passione con cui si affronta il proprio lavoro quotidiano. Il successo di un progetto è infatti legato alla migliore soluzione scientifica, alla miglior squadra messa in campo, all’impatto economico e scientifico atteso a fine progetto, e infine al budget di spesa. Rispondere a tutti questi aspetti in maniera strutturata, mettendo in piedi la miglior squadra possibile, non è un’attività che si può improvvisare durante i ritagli di tempo.”

“I risultati raggiunti in questo Mondiale – conferma David Filippi, Amministratore di Filippi Lido – ci fanno ben sperare per il futuro: le vittorie collezionate con i quattro nuovi stampi nati in seguito al progetto di innovazione ci sono servite per così dire come ‘iscrizione’, a ‘staccare il biglietto’ con il quale puntiamo ad arrivare alle Olimpiadi di Rio 2016 e, possibilmente, a vincerle.”

 

Il progetto di innovazione in concreto

L’intervento ha costituito il naturale proseguimento delle attività realizzate con il progetto finanziato tramite lo strumento regionale Docup col quale Filippi Lido aveva sviluppato un metodo di progettazione basato sulla metodologia di modellazione del regime fluidodinamico degli scafi.

“La necessità da cui siam partiti – spiega Alessandro Placido, alla guida del progetto di innovazione – era quella di capire che effetti avesse l’acqua sulla deformata della barca, quella che in gergo tecnico si chiama ‘interazione fluido-struttura’: ossia come l’imbarcazione si deforma nel suo movimento e sotto l’azione dell’acqua. Il nostro obiettivo principale era quello di ottimizzare la forma della barca e quindi migliorare la stratificazione per cercare di ovviare alla naturale deformata che ogni barca tende ad avere, sotto l’azione dei vogatori e dell’acqua stessa. In realtà il processo a cui ci siamo affidati, era già conosciuto e già utilizzato, a esempio, per la Coppa America – aggiunge l’Ing. Placido – ma non era mai stato applicato nell’ambito del canottaggio, uno sport che, in un certo senso, presenta una difficoltà in più: quella di avere una persona che pesa molto di più dell’imbarcazione stessa. Mentre in Coppa America infatti è la barca a essere la parte preponderante del carico, e sono le onde a fare la differenza; nel canottaggio, al contrario, le onde non sono un problema, ma la barca è un decimo del peso dell’atleta. Di conseguenza è chiaro che è l’atleta stesso, con il suo movimento, a determinare la variazione del baricentro della barca e la deformazione della stessa.”

L’attività di ricerca ha avuto dunque come elemento centrale un processo di modellazione fluidodinamica del sistema imbarcazione vogatore accoppiandolo alle deformazioni derivanti dallo stress delle fibre e quindi delle strutture attraverso attività di ricerca e sviluppo, quali: ricerca e sviluppo del modello matematico che tenga conto delle nuove tecniche di voga (impiego del software KIME); sviluppo della metodologia di calcolo sia per la simulazione di struttura delle scafo (sandwich sottili), che per l’interazione fluido-struttura (FEM); sviluppo del sistema di design delle imbarcazioni in base alle risultanze dell’iterazione fluido-struttura; testing e validazione prototipi; caratteristiche e prestazioni da realizzare.

L’evoluzione progettuale ha portato Filippi Lido a sviluppare un modello e conseguente stampo dell’imbarcazione con il massimo della precisione anche attraverso lo sviluppo di un nuovo processo di applicazione di preimpregnati (atto a realizzare delle strutture a sandwich sottili) pensato in funzione di una maggiore “riproducibilità” delle forme. Sono dunque stati realizzati gli innovativi prototipi di scafi per imbarcazioni da competizione (49, 50, 51 e 52) con i quali Filippi Lido ha fatto man bassa di medaglie ai Mondiali e con cui ora punta a vincere le Olimpiadi di Rio 2016.